Pascoli

Proseguendo nella serie di "furti" dalla biblioteca paterna, ho ripreso in mano un volume del 1939, prima raccolta delle Poesie complete di Giovanni Pascoli, edite da Mondadori. Mi sono messo a leggere Myricae, così, come fosse un testo qualunque, un'opera qualunque di un autore sconosciuto. Ripulito dalle incrostazioni scolastiche, svuotato da preconcetti fanciullineschi, sgravato da pseudopoetiche da riassuntino bignami, esente da venerazione di svenevoli professoresse di lettere, Giovanni Pascoli è un poeta incredibile. Bella scoperta, eh? Senti questo... ma io voglio dire che è un poeta straordinario non per "quello" che dice - mi posso benissimo permettere di non capirlo, di non essere interessato a capirlo - ma per "come" lo dice. C'è da innamorarsi di un linguaggio fatto di parole fuori dall'ordinario che suonano come echi di quella Bloom definisce "l'enunciazione inevitabile". Ecco, questo volevo dire, mi pare d'avere sentito la musica di Pascoli per la prima volta. La musica, proprio quella.

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